A dirlo è l’Unione Europea, che ha calcolato il gender pay gap e ha celebrato, per così dire, “l’Equal pay Day”.
Che gli uomini guadagnino in media più delle donne non è una novità, ma che sia dimostrato e che il dato sia tutt’altro che in calo non è incoraggiante.
Se in Europa il divario medio retributivo è pari al 16,4%, in Italia gli uomini guadagnano circa il 7% in più delle donne, a parità di ruolo e incarico.
A vederla così, sembrerebbe non ci vada neanche tanto male, considerato che l’Italia si posiziona quarta solo dopo Slovenia, Malta e Polonia e saluti da lontano i cugini francesi e inglesi.
La verità, come sostengono più osservatori come Istat e Banca d’Italia, è che questi dati sono ingannevoli. Se consideriamo, infatti, vari fattori come bassa occupazione femminile (al sud è inferiore al 50%), assunzioni negate, dimissioni in bianco, rischio maternità che viene fatto pagare spesso in anticipo, il divario sfiora i 21 punti percentuali.
Cifre di cui noi giovani forse non abbiamo ancora percezione, giustamente. Si, perché se appena uscite dall’università e fino ai 5 anni dal conseguimento della laurea le possibilità di occupazione e il salario tra uomini e donne si può considerare simile, il divario si manifesta sempre di più con l’avanzare della carriera.
E questa disparità di salario regala agli uomini un vantaggio di ben 59 giorni! Il che vuol dire che noi donne lavoriamo 2 mesi gratis.
Un regalo che, secondo i dati Istat, sta diventando sempre più costoso col passare degli anni.
La recente delega alle Pari Opportunità a Maria Elena Boschi ci fa sperare che venga posta maggiore attenzione a questo importante tema. Che ci venga regalato qualcosa è un’utopia ….ma speriamo almeno che si arrivi a non fare regali (non dovuti) a nessuno!
Carla Vagiu