Perché cambiare lavoro?
Nel corso dello scorso anno il numero delle dimissioni volontarie è notevolmente cresciuto rispetto agli anni precedenti. Basti pensare che la percentuale di dimissioni registrate nel 2021 dal sito dell’INPS ha visto un aumento che è arrivato a toccare l’85% rispetto al 2020, in cui il mercato si eraè bloccato a causa della pandemia di Covid-19.
Le motivazioni rilevabili dai sondaggi rispetto a questo trend in crescita sono relative non solo al fatto che molte persone hanno deciso di rimandare l’attuazione di un cambiamento di cui sentivano il bisogno gia’ nel 2020, nell’attesa che arrivassero tempi migliori e meno incerti, ma riguardano anche il cambiamento di prospettiva e, di conseguenza, delle aspettative che i/le dipendenti hanno cominciato a maturare rispetto al proprio lavoro.
Il cambio di lavoro è stato guidato in molti casi dalla ricerca sia di condizioni migliori all’interno di una nuova azienda, di natura economica e di crescita professionale, sia di un maggiore equilibrio tra vita professionale e personale ed, in genere, dalla ricerca di contesti in cui fosse garantita una maggior attenzione nei confronti dei/delle dipendenti.
Tante persone hanno dovuto abbracciare il cambiamento negli ultimi tempi e le reazioni sono state sicuramente molto diverse tra loro e non sempre positive.
Ognun* vive il cambiamento a seconda delle proprie attitudini e della modalità di concepire la realizzazione delle proprie ambizioni ma il cambiamento può caratterizzarsi in varie forme anche sulla base della propria sensibilità e capacità di adattamento.
Molt* ritengono che il cambiamento sia traumatico, ma non necessariamente nell’accezione negativa del termine. La componente “traumatica”, infatti, può semplicemente rappresentare il fatto che quando si cambia si vive una sorta di rottura rispetto alle abitudini precedenti.
Questo è un elemento abbastanza intuibile, perché siamo abituat* a creare una routine intorno alla nostra dimensione lavorativa, che va a condizionare il nostro modo di vivere anche nelle sue manifestazioni piú semplici: l’ora in cui ci svegliamo, la strada che percorriamo la mattina per andare al lavoro, il caffè delle 10 con i/le collegh* e tante altre cose che facciamo senza pensare, e che inevitabilmente cambiano e richiedono la messa in atto di una nuova modalità adattativa, che puó essere piú o meno semplice da individuare.
Uscire dalla propria zona di comfort, come puó essere una routine costruita intorno al lavoro, oltre al lavoro stesso inteso come un mix tra attività che conosciamo a menadito e che eseguiamo quasi con il pilota automatico e ambiente con cui abbiamo familiarizzato ed in cui ci sentiamo sicur* , richiede uno sforzo e già per questo è una sfida.
La sfida in questo caso significa anche crescita, perché ci consente, da un lato, di mettere in atto tutte le nostre capacità per trovare delle nuove soluzioni per familiarizzare e rendere “nostro” un nuovo contesto lavorativo, dall’altro di impegnarci per apprendere nuove dinamiche che faranno parte della nostra nuova operatività.
E non è finita: il cambiamento lavorativo consente di arricchirci entrando in contatto con nuove persone che possono insegnare, scambiare con noi competenze, o semplicemente diventare dei nostri punti di riferimento, ma che, in ogni caso, possono darci qualcosa, permettendoci di modificare impercettibilmente noi stess* in positivo.
Sicuramente è semplice dirlo, ma farlo è tutta un’altra questione!
È perfettamente normale sentirsi spaesat* all’inizio di una nuova esperienza lavorativa, così come lo è sentire la mancanza del precedente posto di lavoro, dei/delle collegh*e di tutto il nostro microcosmo che ci eravamo costruit*.
Ma come riuscire a gestire in modo positivo il cambiamento? Ci sono tante piccole cose a cui prestare attenzione, quindi abbiamo individuato alcuni consigli che possono essere utili per gestirlo al meglio:
- Vedere il cambiamento in modo positivo e costruttivo
Hai mai pensato che cambiare possa essere una chance per evolvere e modificare il tuo modo di pensare? Oppure una modalità per tirare fuori te stess* e le tue caratteristiche piú nascoste? Il cambiamento, se supportato da motivazioni che riguardano l’ottenimento di condizioni migliori in tutti i sensi, rappresenta un passo verso uno stile di vita a cui cerchiamo di tendere e quindi ci rappresenta in una maniera piú autentica, perché si avvicina di piu’ a quello che vogliamo.
- Adattarsi secondo i propri tempi e le proprie modalità
Come si dice: “Roma non è stata costruita in un giorno”, e non c’è nessuna motivazione per cui questa frase non debba essere vera anche quando si cambia lavoro. Ognun* di noi ha tempi diversi e non bisogna necessariamente correre e avere la pretesa di riuscire ad imparare tutto subito o di conoscere e diventare amic* di tutt* i/le nuov*collegh*. Conoscersi e accettare i propri tempi è importante e ci aiuta a gestire con il giusto atteggiamento mentale la novità.
- Pensare che l’esperienza passata è stata una parte importante del proprio sviluppo
La nostalgia per il lavoro precedente può farsi sentire all’inizio di un nuovo percorso e si tratta di un sentimento facile da comprendere se il motivo per cui si è deciso di cambiare non ha a che fare con una situazione di malessere nella propria azienda. Un modo per avvertire di meno questa sensazione è collocare all’interno di un determinato tempo della propria vita la precedente esperienza, pensando che quello che abbiamo vissuto ci ha reso le persone che siamo ora e che siamo grat* al lascito che ne è derivato. Non c’è bisogno di vedere in modo assoluto un cambiamento: si puó sempre tornare in azienda a salutare il/la propri* cap*o restare in contatto con i/le collegh*.
- Studiare un nuovo work life balance
Il work life balance è uno degli aspetti che ha assunto molta importanza nella vita professionale dei/delle lavoratori/lavoratrici soprattutto negli ultimi anni. Il cambio lavorativo spesso può essere un modo per recuperare un maggiore equilibrio tra queste due dimensioni, perché “azzerando” la nostra quotidianità lavorativa, ci permette di reimpostare da capo le nostre abitudini ed il modo in cui gestiamo i nostri tempi.
- Conoscere i nuov* collegh* e sperimentare la socialità per sentirsi parte della nuova azienda
Fare amicizia e creare delle relazioni con i/le collegh*non è sempre semplice, perché entrano in gioco le nostre componenti caratteriali e le nostre attitudini verso gli/le altr*. Ma forse proprio perché ripartiamo da zero in un nuovo contesto lavorativo, possiamo impostare le relazioni da zero con persone che non ci conoscono ed essere noi stess* senza preconcetti. Quindi perché non cogliere la palla al balzo e provare a facilitare l’inserimento in un nuovo contesto lavorativo cercando di legare con i/le nuov* collegh*? Di sicuro le iniziali ansie e la nostalgia potrebbero trasformarsi piú velocemente in curiosità e voglia di fare!