Un buon discorso dovrebbe essere come una gonna di una donna: lungo a sufficienza per coprire e corto a sufficienza per creare interesse
Così il politico e giornalista inglese Winston Churchill, che di parlare in pubblico se ne intendeva e ne faceva parecchio. Ma se pensate che occorra essere un governante per tenere dei discorsi pubblici, sappiate che vi sbagliate di grosso. Al contrario, parlare in pubblico è un’esperienza che al contrario può capitare a tutte: per esporre un progetto, partecipare a una riunione, a un meeting commerciale o a un colloquio di lavoro. Ma come tenere un public speaking efficace e d’impatto?
Benedetta Arese Lucini, general manager per l’Italia di Uber e Nicola Bonaccini, giornalista e media trainer ci hanno spiegato i loro trucchi durante il nostro workshop organizzato in partnership con Vodafone Italia.
Ecco i 10 trucchi e consigli migliori che ci hanno dato i due speaker.
I tre ingredienti per parlare in pubblico
Si fa presto a dire public speaking. Ma nel workshop Nicola Bonaccini ha chiarito che è composto da tre ingredienti:
- linguaggio verbale (le parole);
- linguaggio non verbale (quello del corpo);
- linguaggio paraverbale (il tono della voce, le pause e gli intercalari).
Quanto contano per la riuscita di un discorso pubblico?
Il non verbale conta il 55%; il paraverbale il 38% e il verbale solo il 7%. Per questo, come nella vita servono sia il cuore sia il cervello, nel public speaking contano sia il contenuto (cosa si dice), sia il contenitore (come lo si dice).
I 4 trucchi per parlare in pubblico di Benedetta Arese Lucini (Uber)
- Preparazione: preparare accuratamente il discorso da fare.
- Intelligence: fare una ricerca sulle persone con cui si sta per parlare.
- A me gli occhi: fissare il pubblico “a zone” e gardare un punto in fondo alla stanza dove parlate.
- Per qualche cm in più: mettersi i tacchi, che infondono sicurezza.
I 6 trucchi per parlare in pubblico di Nicola Bonaccini
Nicola Bonaccini ha ironicamente esordito spiegando che parlare in pubblico è la seconda paura delle persone dopo quella del volo. Il motivo è semplice: proiettiamo su di noi le aspettative de pubblico. Ma quest’ultimo, ha delle aspettative tutte sue, diverse dalle nostre. E allora, che fare? La soluzione è non pensare solo al contenuto, ma al pubblico che lo ascolta. Lo slogan di Bonaccini è: “Bisogna essere più people-oriented che topic-oriented”. Ecco i suoi consigli per farlo.
- Emozionare il pubblico: bisogna farlo soprattutto nel minuto iniziale del discorso, in cui le persone si fanno una prima impressione su di noi.
- L’abito fa il monaco: vestirsi in modo adeguato rispetto all’occasione in cui si parla;
- Parla come mangi: usare parole conosciute al pubblico;
- Capire chi ho di fronte: studiarsi il pubblico, per poi dirgli quello che vuole sentirsi dire e soddisfare le sue aspettative.
- Mani in vista: le mani devono essere visibili mentre si parla, per comunicare sincerità e apertura.
- Cambiare passo: quando si nota che il pubblico è stanco, bisogna fare qualcosa di diverso o farlo fare al pubblico, in modo che non si addormenti sul più bello del nostro discorso.
Valentina Magri