Articolo scritto da Mariangela Ceruti
Sempre più spesso, per fortuna, si sente parlare e si legge di empowerment femminile – in ambiti e contesti trasversali e con applicazioni svariate. Noi di Young Women Network siamo felici che questo argomento sia sempre più attuale e dibattuto ma sappiamo che dietro a questo termine si celano dubbi e curiosità riguardo al significato e alla sua origine. Scopriamo insieme in questo articolo dove nasce questo termine e cosa rappresenta, per le donne e per tutt* noi.
- Women Empowerment: traduzione e significato
- Ambiti di applicazione dell’empowerment femminile
- Enti e associazioni che promuovono l’empowerment femminile
Women Empowerment: traduzione e significato
L’espressione “women empowerment” (o “female empowerment”) viene quasi sempre utilizzata nella sua versione originale in Inglese. Ma qual è il suo significato italiano e perché non viene tradotta?
Il termine “women empowerment” deriva dall’inglese: “women” significa “donne”, “female” è tradotto con “femminile”, ed “empowerment” si traduce in “potenziamento” o, in questo contesto, “emancipazione”.
Il termine corrispondente in italiano è quindi potenziamento femminile oppure emancipazione femminile, anche se non è una traduzione completamente fedele. In inglese la parola “empower” significa infatti “investire di potere” e nella traduzione italiana si perde un po’ questa sfumatura di significato. Per questo motivo viene spesso utilizzato il termine inglese originale “women/female empowerment” oppure la versione mista “empowerment femminile”.
Questo termine è stato utilizzato per la prima volta alla terza Conferenza Mondiale sulle Donne dell’ONU a Nairobi nel 1985 e indica un processo, o un percorso, che ha come obiettivo la consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni da parte delle donne. Una presa di coscienza sulla propria vita e sul proprio futuro.
A seconda dei contesti socio-culturali e degli ambiti in cui viene applicato, l’empowerment femminile assume forme e applicazioni differenti – pur rimanendo coerente nel suo obiettivo finale. In alcuni Paesi del mondo empowerment significa avere la possibilità di scegliere di studiare, di non sposarsi, di non avere figli/figlie; in altri Paesi significa combattere per il diritto ad essere rappresentate in ambiti di potere, assumere ruoli apicali nelle organizzazioni, avere la possibilità di utilizzare la propria voce e vedersi riconosciute non solo come mogli e madri.
L’empowerment delle donne si applica quindi a tutti gli ambiti: alle relazioni personali, al contesto lavorativo, alla vita politica e a quella sociale.
Ambiti di applicazione dell’empowerment femminile
Empowerment contro la violenza sulle donne
Il percorso per l’empowerment femminile si incrocia in senso stretto con il movimento contro la violenza sulle donne. La violenza infatti influisce negativamente sul benessere generale delle donne e impedisce loro di partecipare pienamente alla società. In questo senso, empowerment significa ascoltare la voce di quelle donne che denunciano contesti di violenza, fisica, psicologica ed economica, e aiutare chi ancora non ha avuto il coraggio di denunciare e reclamare i propri diritti.
Ecco perché l’empowerment femminile può essere uno strumento contro la violenza o per prevenirla. La violenza contro le donne compromette in modo significativo la loro istruzione e opportunità di sviluppo, oltre che la loro capacità di guadagno economico e avanzamento di carriera, privandole di autonomia e potere decisionale. Al contrario, l’empowerment può ridurre il rischio di violenza migliorando le finanze delle donne e, di conseguenza, la loro autonomia, potere contrattuale ed autostima. L’empowerment può infatti dare alle donne gli strumenti per prevenire e sfuggire a relazioni violente ed aiutarle ad ottenere mezzi autonomi per il loro mantenimento.
Il movimento femminista #MeToo è diventato simbolico di questo meccanismo. Nato per denunciare e testimoniare le molestie sessuali e la violenza sulle donne sul posto di lavoro, è diventato un motore di empowerment femminile, dando coraggio a sempre più donne per denunciare e far sentire la propria voce.
“Il femminismo non riguarda il rendere le donne più forti. Le donne sono già forti, si tratta di cambiare il modo in cui il mondo percepisce quella forza. “
G.D. Anderson, all’anagrafe Geena Dunne, è una scrittrice femminista australiana e fondatrice dell’organizzazione benefica “The Cova Project” dedicata all’empowerment delle donne. Questa citazione, tratta dal suo celebre essay, è diventata virale nella Giornata Internazionale della Donna del 2014.
Empowerment in politica
Il processo di empowerment si applica a livello politico traducendosi in piani d’azione che favoriscono la rappresentazione femminile. Lo strumento delle quote di genere (erroneamente spesso indicate con il termine riduttivo “quote rosa”) è una misura che vuole accelerare la partecipazione e la rappresentanza in modo equilibrato delle donne alla vita politica, assegnando una proporzione percentuale o un numero prestabilito di posti che devono essere assegnati alle donne.
Le quote di genere si sono dimostrate uno strumento efficace per aumentare la partecipazione delle donne nella rappresentanza politica. Seppur non garantendo un effetto a cascata automatico su tutta la società e i livelli sottostanti, rappresentano un punto di partenza necessario per fornire dei nuovi modelli di riferimento e far sentire le donne rappresentate nei luoghi di potere.
“Le donne appartengono a tutti i luoghi in cui vengono prese le decisioni. […] Non dovrebbero essere considerate l’eccezione. “
Ruth Bader Ginsburg ha pronunciato queste parole in un’intervista con USA Today nel 2009. Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, Ruth Bader Ginsburg ha dedicato la maggior parte della sua carriera ai diritti e all’empowerment delle donne e all’uguaglianza di genere.
Empowerment in azienda
Un ambito di applicazione centrale per l’empowerment femminile è anche quello delle aziende e delle organizzazioni. In percentuali variabili da Paese a Paese, le donne sono ancora troppo spesso sottorappresentate ai vertici delle organizzazioni e nelle posizioni apicali delle aziende.
Per promuovere la rappresentazione femminile in questo contesto, due enti molto importanti a livello internazionale hanno redatto nel 2010 un report con i 7 principi da adottare per incoraggiare la crescita delle donne nel mondo del lavoro.
I due enti che hanno formulato questi WEP, i Women Empowerment Principles, sono lo UN Global Impact e lo UN Women, fondati dalle Nazioni Unite. Le due organizzazioni invitano i/le dirigenti e i/le CEO (Chief Executive Officer) del mondo a seguire questi 7 principi per favorire l’empowerment femminile in azienda:
- Incoraggiare le donne alla partecipazione nei ruoli manageriali dell’organizzazione
- Non discriminare e adottare politiche flessibili per evitare discriminazioni
- Promuovere un ambiente di lavoro sicuro
- Garantire un accesso eguale a risorse e formazione
- Assicurarsi che a tutti i livelli, interni ed esterni all’organizzazione, sia garantita la parità
- Organizzare iniziative per promuovere l’empowerment femminile nella comunità di cui l’organizzazione fa parte
- Comunicare e attestare i progressi attuati per l’empowerment e l’uguaglianza
Se vuoi approfondire l’argomento del ruolo delle donne nelle organizzazioni, leggi il nostro articolo dedicato all’impatto della leadership femminile.
“Abbiamo bisogno di donne a tutti i livelli, compresi i vertici, per cambiare la dinamica, rimodellare la conversazione e assicurarci che le voci delle donne siano ascoltate e non trascurate e ignorate.”
Sheryl Sandberg è autrice del libro “Lean In”, da cui è tratta questa citazione. È un’imprenditrice e funzionaria statunitense ed è stata la prima donna a entrare nel Consiglio di Amministrazione di Facebook. Supporta e promuove l’empowerment delle donne nelle organizzazioni.
Empowerment nella vita sociale
L’empowerment femminile passa anche e innanzitutto dall’accesso all’istruzione e alla formazione. Per permettere alle donne di esprimere il loro potenziale è infatti necessario educarle e farle crescere professionalmente, per dare loro la possibilità concreta di guadagnarsi un posto ai tavoli decisionali di tutti i contesti.
Tra le applicazioni più concrete di questo principio, è emerso negli ultimi anni il movimento per incoraggiare le donne allo studio di materie STEM (materie tecniche e scientifiche), dove la rappresentazione femminile è ancora estremamente ridotta. L’assenza di un numero significativo di donne in questi ambiti formativi porta, di conseguenza, a un numero ridotto di donne che assumono ruoli apicali in contesti tecnico-scientifici. Non basta quindi garantire l’accesso alle donne in posizioni di potere di enti e organizzazioni, è anche necessario agire a un livello antecedente, favorendo lo studio di queste materie da parte delle giovani donne.
La formazione è infatti indispensabile per lo sviluppo e il potenziamento delle donne; se sei interessat* ad approfondire questo tema, scopri di più nel nostro articolo dedicato all’istruzione come strumento di empowerment femminile.
“Io sono qui, una ragazza tra tante, e non parlo per me, ma per tutti i bambini e le bambine. Voglio far sentire la mia voce non perché posso gridare, ma perché coloro che non l’hanno siano ascoltati. Coloro che lottano per i loro diritti: il diritto di vivere in pace, il diritto di essere trattati con dignità, il diritto di avere pari opportunità e il diritto di ricevere un’istruzione. “
Malala Yousafzai ha pronunciato queste frasi durante il suo discorso all’ONU tenuto il 12 luglio 2013 a New York. Malala Yousafzai è un’attivista pachistana che si batte per l’empowerment femminile; nel suo Paese ha dato voce al diritto delle bambine di studiare, attirando su di sé la violenza dei Taliban.
Enti e associazioni che promuovono l’empowerment femminile
L’ONU, le Nazioni Unite, è stato tra le prime organizzazioni promotrici e sostenitrici dell’empowerment femminile, avendo organizzato a partire dal 1975 le Conferenze Mondiali sulle Donne e avendo appunto introdotto il concetto di empowerment durante la conferenza tenuta a Nairobi nel 1985. L’ONU ha anche fondato l’UN Women, l’Entità delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne (United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women). Questo ente lavora per favorire la partecipazione pubblica delle donne e lo sviluppo delle loro condizioni.
Inoltre, l’empowerment delle donne e l’uguaglianza di genere sono il quinto dei 17 punti per uno sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questo piano di azione è stato sottoscritto nel 2015 dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite con l’obiettivo di un futuro migliore per le persone, il pianeta e la prosperità.
Anche l’Unione Europea promuove l’empowerment delle donne e con questo obiettivo ha fondato nel 2006 lo European Institute for Gender Equality per supportare la presa di potere delle donne sulle proprie vite, grazie alla possibilità di fare scelte autonome per il loro sviluppo.
Young Women Network si inserisce in questo movimento di empowerment femminile e, come associazione di promozione sociale, supporta la crescita personale delle giovani donne in Italia dal 2012. Young Women Network è stata infatti la prima associazione italiana dedicata al networking, mentoring e all’empowerment delle giovani donne attraverso la creazione di una rete per scambiare idee, esperienze e progettare percorsi comuni.
Se vuoi conoscerci meglio, scopri come entrare a far parte di Young Women Network, come sostenere le nostre attività e i prossimi eventi.
Fonti:
- ONU, “Report of the World Conference to review and appraise the achievements of the United Nations Decade for Women Equality, Development and Peace” (15-26/07/1985) – https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N85/380/36/PDF/N8538036.pdf?OpenElement
- USA Today, “Ginsburg: Court needs another woman” (05/05/2009) – https://usatoday30.usatoday.com/news/washington/judicial/2009-05-05-ruthginsburg_N.htm
- UN Global Compact e UN Women, “Women’s Empowerment Principles (WEPs) – Welcome Package” – https://www.weps.org/sites/default/files/2022-09/WEPs%20Welcome%20Package%20%28August%202022%29.pdf
- ONU, “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” (2015) – https://unric.org/it/agenda-2030/
- Malala Yousafzai, video “Malala Yousafzai addresses United Nations Youth Assembly” – https://youtu.be/3rNhZu3ttIU
- Unione Europea, sito dell’ente European Institute for Gender Equality (EIGE) – https://eige.europa.eu/
- ONU, sito dell’ente UN Women – https://www.unwomen.org/
- Sito dell’organizzazione “The Cova Project”, fondata da G. D. Anderson – https://www.thecovaproject.com/