Scritto da Francesca Barillà
Eric Ries, imprenditore e autore del bestseller The Lean Startup, ha affermato che questa situazione di instabilità che stiamo vivendo ha permesso ad alcune persone di trasformare un proprio progetto in un business.
Come ricorda Ries, alcune tra le più grandi aziende di successo come la Toyota o la Disney, sono nate in momenti di forte crisi economica e sociale.
Abbiamo parlato della passione e della tenacia necessarie per trasformare un sogno in un’attività e del desiderio di voler sempre crescere ed evolvere a livello professionale e personale con Federica Scippa, fondatrice insieme alla sorella Margherita Scippa, di Borgonuovo5.
Borgonuovo5 è una start- up di abbigliamento femminile che combina la qualità del made in Italy con l’innovazione digitale per offrire alle ragazze e alle donne capi economicamente accessibili e grazie ai quali sentirsi libere di esprimere la propria personalità.
L’obiettivo di più ampio respiro è creare, sia attraverso i canali social che nello showroom di Milano, una community di donne che oltre a trovare i capi più adatti alle proprie esigenze possano trovare anche uno spazio per confrontarsi e supportarsi a vicenda.
Il tempo ritrovato: avviare una start-up durante la pandemia
Borgonuovo5 è un sogno che Federica aveva già prima del 2020, uno di quei progetti che ti frullano in testa e sai che prima o poi realizzerai.
Il momento giusto è arrivato proprio durante la pandemia, quando Federica e la sorella Margherita si sono “sedute a tavolino” per elaborare l’idea e renderla concreta.
Federica, come è nata l’idea del vostro business?
Borgonuovo5 è la start up che abbiamo lanciato io e mia sorella. Siamo cresciute circondate da vestiti poiché nostra mamma, la nostra fonte di ispirazione primaria, ha una società che produce abbigliamento.
È un progetto che volevamo realizzare da tempo; durante il lockdown abbiamo avuto modo di fare brainstorming e concretizzare tutti gli aspetti necessari per avviare la nostra start-up.
La pandemia ha colpito la campagna vendite invernale mettendoci davanti a un blocco totale, non potevamo lavorare e non sapevamo come poteva evolvere la situazione.
Io e mia sorella avevamo bisogno di capire come lanciare il nostro brand anche se eravamo consapevoli dell’andamento del mercato e della situazione sociale ed economica che stavamo (e stiamo) vivendo.
Alcune persone ci avevano anche scoraggiato ma la realtà è che non potevamo fare nulla di quello che facevamo prima, quindi abbiamo deciso di guardare alle potenzialità di questa situazione complessa e organizzare le nostre idee per Borgonuovo5.
Tu lavoravi già nel mondo della moda?
Sì. Come mia mamma mi ha insegnato: per imparare a fare bene qualcosa devi partire dall’inizio.
Durante il primo anno di università ho fatto diverse esperienze nel mondo della moda partendo dalle basi, proprio perché volevo imparare tutto.
Successivamente ho lavorato in un’azienda di moda in cui sono cresciuta davvero molto a livello professionale, grazie anche alla mia ex brand manager.
Ho iniziato facendo gavetta e formandomi pian piano. Poi ho lavorato nell’azienda di mia mamma dove ho implementato le mie competenze nel settore delle vendite.
Ho imparato molto dalla sua esperienza ma ho anche acquisito delle competenze nuove rispetto all’intero processo di produzione che regge una realtà che si occupa di abbigliamento.
Come hai sviluppato la tua start-up?
L’obiettivo della mia start-up è di offrire un prodotto made in Italy di qualità ma accessibile a un target di persone molto ampio. I nostri clienti rientrano in un range di età tra i 15 e i 45 anni.
Sicuramente le mie esperienze professionali e il supporto di mia mamma sono stati fondamentali perché mi permettono di gestire tutti i passaggi necessari per ottenere il prodotto finito pronto per la vendita.
La nostra start -up ha alla base una community di donne, professioniste che stimo umanamente e professionalmente con le quali c’è uno scambio reciproco continuo.
Il brand punta molto sul digitale, quindi è assolutamente importante assicurare un’ottima customer experience al cliente e saper comunicare il prodotto utilizzando la comunicazione digitale.
Allo stesso tempo attraverso i miei canali social voglio trasmettere la nostra filosofia ossia: le donne possono creare rete e collaborare sinergicamente, supportandosi l’una con l’altra.
L’empowerment personale come chiave per reagire proattivamente alle difficoltà
Come hai gestito l’avvio della start-up durante la pandemia? Ci sono stati dei passaggi diversi o delle difficoltà dovute alla situazione attuale?
La parte più difficile è stata quella di superare la paura di un nuovo inizio e per quanto anche adesso ci siano mille aspetti da gestire, io lo rifarei altre mille volte.
La fase di avvio è la più complessa perché richiede un grande investimento economico, di tempo e di energie.
È vero anche che, lavorando già nel settore, conoscevamo concretamente tutti gli attori esterni con i quali rapportarci per poter coprire l’intera filiera di produzione.
La situazione pandemica ovviamente ha influito sulle vendite ma anche sul percorso di crescita che probabilmente è più lento rispetto a una situazione normale, tuttavia cerchiamo di affrontare tutto in maniera serena.
Un altro aspetto che adesso è più difficile da gestire è il rapporto diretto con le persone: il processo di vendita avviene online mente prima ti rapportarvi con i clienti soprattutto offline ed era fondamentale per mostrare il taglio o il tessuto di un certo prodotto ma anche per rafforzare la relazione.
Quali strategie hai messo in atto per affrontare queste criticità?
La pandemia ha causato e causerà molte difficoltà ma è importante avere la forza e il coraggio di non mollare in ambito lavorativo.
È fondamentale imparare a essere flessibili e adattarsi alle situazioni che si presentano utilizzando diverse strategie a livello operativo e comunicativo.
Per me è una scommessa e io credo che sul lungo termine la tenacia e la competenza ripagheranno.
Il nostro punto di forza ma anche l’aspetto che richiede molto lavoro è creare una community di donne che vada oltre il prodotto e che diventi uno spazio in cui scambiarsi pareri e consigli.
Abbiamo diversi progetti per l’immediato futuro che sono in linea con i nostri valori. Uno di questi è dare spazio sui miei canali, come instagram, ad altre donne che possano essere d’ispirazione per tutte noi
Ovviamente ora si può fare solo online e quindi lavoreremo sui canali social ma in futuro puntiamo a estendere questo progetto anche “dal vivo”.
L’importanza di avere dei role model
Per crescere abbiamo sempre bisogno di confrontarci con le persone che hanno vissuto delle situazioni simili o anche diverse alle nostre o che siano in grado di comprendere i nostri dubbi
I role model o i mentor sono pofessionist* che grazie alla loro esperienza e alle loro competenze possono supportare altre figure professionali nel loro avanzamento di carriera.
Nel contesto economico italiano esiste ancora oggi un gap culturale che vede poche donne in posizioni di vertice.
Poter avere dei role model femminili che abbiano realizzato i propri obiettivi di carriera e che ci spronino a migliorarci ci permette di considerare quegli stessi obiettivi realizzabili e possibili anche per noi.
Federica, tu raccontavi che ci sono delle donne che consideri dei punti di riferimento. In cosa ti hanno aiutato?
La mia continua evoluzione come donna e professionista è dovuta a molte donne che hanno fatto e fanno parte della mia vita.
Mia mamma in primis perché è un modello sia come professionista che come donna e per l’educazione e i valori che ci ha trasmesso. Lei mi ha insegnato l’importanza della collaborazione tra donne.
Un posto speciale per la mia crescita professionale è sicuramente dovuto alla mia ex brand manager che mi ha supportato durante il mio iniziale percorso lavorativo.
Le donne che fanno parte della mia vita mi hanno insegnato che sbagliare è normale e che puoi imparare dal tuo errore. Sono donne collaborative e soprattutto autentiche.
Creare una rete è importante perché si cresce e si migliora insieme.
Questo aspetto è un punto centrale anche del nostro business in cui sono affiancata da un team giovane e tutto al femminile.
Potersi confrontare con persone diverse permette di avere punti di vista nuovi e di imparare costantemente.
Nonostante il mio impegno e la mia creatività non avrei potuto realizzare il mio progetto senza le mie amicizie, la mia famiglia e le persone che stimo professionalmente.
Imparare dagli errori per crescere umanamente e professionalmente
Quali suggerimenti ti senti di dare alle persone che si approcciano al mondo del lavoro o che stanno lanciando un proprio business?
Io credo che sia importante avere consapevolezza delle proprie competenze e una grande motivazione per imparare e per non farsi abbattere dalle difficoltà.
A tutti capita di sperimentare delle situazioni di fallimento ma anche questi eventi possono diventare costruttivi per la propria crescita e carriera.
La domanda che mi faccio sempre è: dove posso migliorare? È importante fermarsi a riflettere sui propri errori per capire quali competenze si devono acquisire o quale aspetto poteva essere gestito in un modo differente. È un processo di crescita ed evoluzione che ho sempre messo in atto e che continuerò a utilizzare.
Per quanto riguarda nello specifico l’avvio di una start-up, per la mia esperienza credo sia importante avere un piano operativo preciso che comprenda i dettagli di tutte le attività e le relative scadenze.
Io sono una persona creativa e questo aspetto all’inizio lo avevo sottovalutato ma con il tempo ho capito che è una parte centrale del mio lavoro.
Un altro suggerimento è rivolgersi a professionisti validi che sappiano darti delle risposte concrete in base alle necessità specifiche del proprio business.
“La mia start-up è il mio sogno che si realizza. L’ho creata grazie al mio impegno e al supporto e lavoro delle persone che ho scelto come compagne di viaggio” (Federica Scippa)
Ringraziamo Federica per la disponibilità e per aver condiviso con noi la propria esperienza.