Riprogettare gli spazi ai tempi della pandemia

Da qualche settimana le nostre case si sono improvvisamente trasformate da rifugi post lavoro o luoghi dove invitare gli amici a cena ad uffici, aule, locali “virtuali” per aperitivi e palestre.

Alcuni di noi si stanno improvvisando architetti: stanno riorganizzando i propri spazi o cambiando la disposizione degli arredi. Altri invece fanno fatica a tenere la casa in ordine e hanno trasformato le cucine in panetterie e ristoranti, il salotto in una sala giochi e la camera da letto in uno studio, creando non poco disordine all’interno della casa.

Ma è risaputo che la casa e la sua organizzazione ha un forte impatto sul nostro benessere. Infatti nei periodi di particolare stress o ansia, spesso la casa diventa il riflesso dei nostri stati d’animo, procurando a sua volta ulteriore disagio. Mai come in questo momento è importante essere in pace con l’ambiente in cui si vive e a raccontarcelo è Lucia Di Gregorio, architetto e consulente di Feng Shui.

Lucia, abbiamo sentito spesso parlare di Feng Shui, una tecnica che arriva dall’Oriente per ridare armonia ed energia agli ambienti domestici, diventati quanto mai spazi vitali in questi giorni di quarantena. Ci spieghi di cosa si tratta?

È palese, ora più che mai infatti, che la qualità dei posti che viviamo è fondamentale. Più è alta più ci influenza positivamente, sia dal punto di vista psicologico che fisico.

Chi generalmente sta bene in casa propria sarà colui che ha fatto meno fatica a trascorrere questi giorni di chiusura anomala. Al contrario, chi più ha patito questi disagi probabilmente vive in un ambiente meno adatto ed accogliente. Poco cosy, per usare un termine tanto caro alla cultura anglosassone.

Ci rendiamo conto solo ora di come un elemento come un terrazzo o un giardino, prima considerato sacrificabile per ragioni facilmente economiche, ci avrebbe reso molto più sereni durante questo lockdown. 

I luoghi in cui ci muoviamo, le nostre case ma anche gli ambienti lavorativi, sono a noi strettamente connessi. Come giustamente scrivi, la casa può diventare riflesso dei nostri stati d’animo, ma è una relazione che è importante leggere anche in senso opposto.

Il Feng Shui è un’antichissima disciplina che si basa proprio sullo studio delle reazioni dell’essere umano ai vari stimoli ambientali. Riconoscendoli ed agendo su di essi possiamo modificare le nostre risposte istintive, di difesa o protezione per esempio, e con esse il nostro stato d’animo ed il nostro benessere.

La risposta all’ambiente è un meccanismo legato alla parte più istintiva dell’uomo che, come tutti gli altri animali, ha un legame fortissimo con il suo territorio. Non ne siamo coscienti ma noi applichiamo il Feng Shui costantemente.

La scelta di un tavolo al ristorante sarà puntata sulla ricerca di una postazione che sia possibilmente in un angolo della sala e abbastanza lontana dalla porta d’ingresso. Come mai? La posizione ad angolo, con muri solidi alle spalle e quindi senza porte e/o finestre, è la preferita perché la più protetta. Mangiare con le spalle coperte vuol dire non doversi (pre)occupare di quel che succede dietro di noi. Possiamo rilassarci dedicandoci alla nostra attività principale senza dispendere ulteriori energie in qualcos’altro.
La lontananza dalla porta di ingresso, inoltre, è la volontà di allontanarsi da elementi di disturbo che da lì entrano di continuo, in questo caso rappresentati dagli altri avventori

Quando e come l’hai scoperto?

Come spesso capita con le cose belle della vita, è successo per caso.
Probabilmente stanca del grigio cielo londinese mi misi alla ricerca di un corso sulla psicologia del colore che mi permettesse di capire in che modo usare correttamente le cromie in uno spazio per favorire un certa risposta della psiche.
Venni così a conoscenza della Scuola di Creative Feng Shui di Stefan Vettori e Luna Rossi e decisi di iscrivermi al loro corso base, più per curiosità che altro in realtà.

Imparai che il colore in realtà è solo uno degli innumerevoli strumenti usati per mettere in pratica questa disciplina (e neanche il più potente), che lavora con lo spazio, le forme, ma anche con tempi e direzioni. Così, sempre più affascinata dalla materia, decisi di proseguire negli studi fino ad abilitarmi come operatore olistico specializzato in Feng Shui.

Nel ri-progettare un luogo cosa bisogna tenere presente?

Spero che fin qui sia riuscita a far passare il messaggio che il Feng Shui non è, come spesso si sente erroneamente dire in giro, una filosofia né uno stile di arredamento né una religione. Non si redige un progetto di intervento applicando delle regole rigide e date a priori.

Tralasciando le condizioni tecniche direi che sono tre gli elementi prioritari da non perdere mai di vista:

  • Il cliente, la sua storia personale e i suoi obiettivi

Prima di tutto bisogna capire molto bene quale sia lo scopo finale di chi vuole mettere in atto una ristrutturazione o una progettazione ex-novo. Una domanda a cui cercare risposta immediata è “perché questa persona mi sta chiamando e come mai in questo momento?”

  • Lo spazio in cui si va ad operare, le sue caratteristiche fisiche ed energetiche, la sua funzione

Una consulenza Feng Shui non può prescindere dalla conoscenza del cliente e delle sue necessità, così come non può avvenire senza un sopralluogo sul posto. Queste due condizioni sono fondamentali.

  • la presenza o meno di altri fruitori

Va da sé che se si agisce in un contesto dove operano o vivono più persone non si può, per favorirne una, penalizzare le altre. Intervenendo in un’azienda non ci si può permettere di creare disagio ai dipendenti che altrimenti abbandonerebbero il posto di lavoro.
Allo stesso modo in una famiglia, in genere, sono i genitori coloro che vengono supportati maggiormente ma non si può ignorare tout court il benessere dei figli.

Ogni ambiente ha forme e qualità proprie da valorizzare o filtrare se dannose. In più ogni individuo ha caratteristiche diverse, quello di cui ho bisogno io oggi non è ciò di cui hai bisogno tu, né, molto probabilmente, quello di cui avrò bisogno sempre io ma tra dieci anni. Le esigenze cambiano

Ci stiamo abituando ad una nuova condizione, quella di vivere 24/7 a stretto contatto con mariti, mogli, figli o coinquilini. Come possiamo organizzarci in casa per condividere gli spazi e vivere in maniera serena questa situazione?

Sicuramente questa quarantena sta mettendo a dura prova anche i più pazienti di noi. Non importa quanto amiamo i nostri partner o i nostri figli, sfido chiunque a non aver desiderato almeno un giorno di essere lontano da tutto e da tutti.

Analizzando cosa succede quando una coppia si trova improvvisamente a dover lavorare da casa, la situazione che si presenta è la seguente: l’altro finisce per rappresentare un fortissimo elemento di disturbo, indipendente ed al di fuori dal nostro controllo.

È importante quindi saper creare degli spazi quanto più adatti possibile alle attività che si vanno a svolgere. Il primo consiglio è se avete la possibilità di lavorare in stanze separate, fatelo!
Se invece non avete la fortuna di abitare in case immense, cercate di definire quanto più chiaramente possibile quale sia lo spazio di uno e quale quello a disposizione dell’altro.

Programmate bene la giornata, fate le pause caffè e pranzo insieme, così che le due chiacchiere con l’altra persona diventino motivo e momento di relax e piacevolezza.  Rispettate tempi e spazi dell’altro, fate rispettare i vostri.

Con i bambini, come per gli adulti, rispettate i loro spazi privati, soprattutto se i vostri figli sono al di sopra di una certa età.

Non insistete perché la stanza sia messa in ordine ogni volta che ci passate davanti, lasciate che prendano i loro spazi e ne sperimentino l’uso. Soprattutto adesso che questa rimane una delle poche valvole di sfogo a loro disposizione.

A chi non vive fuori città, o non ha un giardino abbastanza grande cosa consiglieresti?

Se non si ha uno spazio esterno non lo si può certo inventare, si può però creare un angolo in casa in cui sentirsi “bene”.

Per chi ha un piccolo balcone è importante renderlo un luogo “speciale”. Riordinarlo, eliminare tutti quegli oggetti che danno l’idea che sia un posto trasandato, pulirlo, curare le piante e i fiori esistenti e se è il caso aggiungerne altre.

Lo stesso si può fare anche in mancanza di un terrazzo, scegliendo un angolo della casa, avendo cura che abbia le spalle protette da muri solidi e che sia vicino ad una finestra da cui entra una bella luce naturale. Posizionate lì la vostra poltroncina preferita, i vostri cuscinoni, e circondatevi di piante e fiori. Insisto sulle piante perché, secondo il Feng Shui, al verde è associata l’energia Legno, che rimanda ad informazioni quali collaborazione, vitalità, serenità ed espansione, favorendo i rapporti sociali e l’amicizia.

In queste settimane abbiamo stretto tutti una relazione profonda con le nostre case: qual è la sua?

Non è da troppo tempo che mi sono trasferita nel mio attuale appartamento e, proprio perché rispecchia l’abitazione di una persona che viaggia spesso e che sta fuori casa almeno dieci giorni al mese, poco si adatta ad una situazione di confinamento prolungato.
Non nego di aver patito l’impossibilità di muovermi, per me il viaggio, oltre ad essere legato al mio lavoro, è parte integrante della mia vita.

All’inizio non è stato facilissimo ma questo periodo mi ha permesso anche di sperimentare soluzioni per rendere la mia casa e questa permanenza forzata più facile.
Ho imparato a vivere spazi dell’appartamento che prima usavo poco o in maniera differente e questo sicuramente mi ha aperto nuove prospettive e mi ha fatto anche capire quanto sia importante rompere la monotonia di giornate più o meno sempre uguali. Cosa che può sembrare scontata ma non lo è poi così tanto per tutti.

Lucia, prima di lasciarti vorrei chiederti di condividere 5 consigli che possono andare bene per tutti e che potrebbero essere utili a vivere la casa in maniera più armonica nella nuova quotidianità che stiamo vivendo?

Oltre alla distinzione degli spazi secondo chi li usa ed alla loro funzione, seppur temporanea, mi sembra utile accennare alle seguenti indicazioni che potrebbero servire un po’ a tutti.

  • Cercate di rendere gli spazi dedicati a dialogo e condivisione, in genere soggiorno e sala da pranzo/cucina, quanto più accoglienti possibili. Qui eliminate oggetti e colori di disturbo che potrebbero aumentare lo stato di agitazione, per esempio grandi macchie di rosso o oggetti che presentano spigoli troppo acuminati.
  • Creare un buon attaccamento agli spazi esterni che abbiamo a disposizione, siano questi terrazzi o giardinetti condominiali. Il sole è l’attivatore principale del nostro organismo, fondamentale per la specie umana, ricordiamocelo!
  • Decluttering: eliminate tutto ciò che di superfluo avete in casa. Rendete fluidi i vostri spazi e la vostra mente.
  • Approfittate del tempo che state passando indoor per capire se c’è qualcosa che non va e che potrebbe essere migliorato, nella vostra casa (così come nella vostra vita!)

Vorrei poi aggiungere anche un ultimo consiglio.
Questo è più personale, non ha molto a che fare con il Feng Shui ma credo che possa essere utile.
Abbiate pazienza, con gli altri e con voi stessi. Stiamo passando un periodo difficile e, avendo potuto scegliere, credo che tutti l’avremmo evitato volentieri. Non colpevolizzate chi vi sta accanto e non criticatevi troppo perché avreste voluto affrontare questi giorni diversamente. Non giudicate e non giudicatevi troppo.

Abbiamo capito che per la natura stessa della disciplina non è semplicissimo dare consigli generici, ma per avere più informazioni sul Feng Shui vi invitiamo a seguire la pagina Facebook: ShengQi – La consapevolezza dell’abitare, Architettura e Feng Shui

 

Grazie a Lucia Di Gregorio

Scritto da Ilaria Scarpiello

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