In un mondo sempre più competitivo e incerto, la leadership è fondamentale per affrontare il cambiamento e sviluppare una mentalità dinamica in grado di generare comportamenti virtuosi. Fondantale per far funzionare dal team di lavoro alla famiglia!
Maria Lulia Carnesi, formatrice e consulente di Cieffe Consulting, ha parlato alle associate di YWN a Roma, lo scorso settembre, presso la sede di Roma di TIM Wcap di che cosa sia la leadership, quali siano gli stili di leadership efficaci e i comportamenti vincenti in team.
Bisogna innanzi tutto sfatare un mito:
il leader non è necessariamente il capo.
In alcuni casi essere leader è qualcosa con il quale si nasce, alcuni studi dicono che circa il 30% del futuro di un leader è scritto nel suo patrimonio genetico ma il restante 70% si sviluppa a secondo delle modalità con le quali agisce. Chi nasce con potenzialità di un leader è destinato ad andare incontro al fallimento se non lavora attivamente per mantenere vive quelle capacità ma anche chi non nasce leader può imparare sul campo come potenziare quelle competenze necessarie per una buona leadership.
Cosa vuol dire essere leader?
Il leader è una guida, è una persona in grado di relazionarsi e coinvolgere gli altri e con delle spiccate capacità di motivare. Il leader fa crescere gli altri, sa dare feedback valorizzando le persone o aiutandole a vedere dove ci sono delle opportunità di crescita costruttive.
Essere leader è anche essere empatici, avere un obiettivo preciso, perseverare ed andare avanti. Il leader è determinato, positivo, motiva e supporta gli altri. Il compito principale di un leader è quello di generare entusiasmo, ottimismo, passione per l’incarico da svolgere, coltivando al tempo stesso fiducia e collaborazione.
Dietro ogni persona c’è un leader diverso ma è anche vero che a seconda delle situazioni è necessario avere una leadership diversa.
Daniel Goleman ha identificato 6 diversi stili:
- Stile visionario. La leadership visionaria prevede una linea direttiva che mira a condividere gli obiettivi e la mission aziendale con i dipendenti, per far sì che si crei una sorta di ‘sogno condiviso’.
- Stile democratico. Un leader democratico è in grado di valorizzare i propri collaboratori attraverso il coinvolgimento degli stessi nelle decisioni aziendali.
- Stile coach. L’obiettivo principale di un leader coach è quello di creare una connessione tra la mission dell’azienda e quelli che sono i desideri e i bisogni del lavoratore.
- Stile esigente. Focalizzatissimo sull’obiettivo, l’esigente è colui che risulta estremamente determinato e pertanto, spesso, poco empatico.
- Stile armonizzatore/affiliator Perfetto per creare armonia in un gruppo di lavoro.
- Stile autoritario. Si tratta di uno stile che tende verso la coercizione.
Anche se ognuno di noi probabilmente si riconoscerà in uno o più stili, è probabile che in determinate situazioni abbiamo dovuto agire con uno stile lontano dal nostro ma che abbiamo saputo riconoscere più adeguato in quel determinato contesto.
Comune a tutte c’è l’idea che dietro una leadership efficace ci debba essere una comunicazione efficace e una consapevolezza delle proprie emozioni che saranno in grado di orientarci a gestire le situazioni in cui siamo in difficoltà, stimolandoci ad usare una leadership diversa più efficace e che ci farà migliorare anche come leader.
Scritto da:
Silvia Colaneri