L’amore è la forza dell’innovazione e del cambiamento
Francesca Fedeli è l’innovatrice italiana che ha fatto il giro del mondo per raccontare la sua storia e quella di Mario, il figlioletto a cui a 10 giorni dal parto fu diagnosticato un ictus perinatale. Questo momento così difficile ha spinto Francesca e suo marito a fondare Fight The Stroke https://fightthestroke.org/, l’associazione che lotta a favore dei bambini sopravvissuti all’ictus e delle loro famiglie, grazie alla potenzialità delle nuove tecnologie.
- Come è cambiata l’idea di te da quando eri ragazza a quando hai fondato Fight The Stroke?
Da piccola sognavo di fare la giornalista e così ho seguito gli studi classici, ma poi all’università hanno avuto la meglio le grandi missioni sociali e con la laurea in economia agraria avrei voluto lavorare nei paesi in via di sviluppo, per la cooperazione internazionale. In realtà il primo ingresso nel mondo del lavoro è stato in una grande azienda alimentare italiana: da una parte mi sono scontrata con un’organizzazione che tendeva a standardizzare e dall’altra, con il marketing, mi sono appassionata alla soddisfazione dei bisogni del consumatore. Oggi con Fightthestroke mi sembra di poter mettere a fattor comune tutte queste esperienze: riuscire ad apportare dei cambiamenti nel sociale attraverso l’attivismo ma anche attraverso l’esperienza strutturata sviluppata nell’impresa.
- Quale aspetto del tuo lavoro ti appassiona di più?
La possibilità di cambiare lo stato dell’arte, di fornire una risposta ad un bisogno impellente, di trovare soluzioni concrete e sostenibili per migliorare la vita dei giovani sopravvissuti all’ictus e delle loro famiglie. Mi riempie di gioia leggere testimonianze come questa: https://fightthestroke.org/blogita/15/5/2017/la-riabilitazione-del-cuore-a-specchio
- Quali sono i 3 consigli che daresti alle ragazze ai primi anni di carriera per la loro vita professionale?
Una cosa che a me è sempre tornata utile è stata la multi-disciplinarietà: aver fatto esperienze in industrie diverse mi ha permesso di sviluppare la capacità di interfacciarmi sia con profili tecnici che manageriali. E poi la flessibilità, la voglia continua di rialzarsi, la curiosità senza fine di imparare ed applicare le conoscenze acquisite insieme agli altri.